Fonologia
Il sistema vocalico polacco non è particolarmente complesso e comprende 8 vocali, generalmente scritte nel sistema ortografico polacco come a, e, i, y, o, u, ą, ę. Le vocali a, e, i, o, u si pronunciano come in italiano (con suoni aperti per la e e la o) mentre la vocale y ha un suono intermedio tra una e chiusa italiana e una i, molto simile al suono inglese del termine bit.
Le vocali ą ed ę rappresentano i suoni vocali nasali /ɔ̃/ e /ɛ̃/ che non esistono in italiano, simili (ma non uguali) ai suoni trascritti in francese come -on e -in. Le vocali nasali erano presenti nella lingua proto-slava ma si sono perse in tutte le lingue slave moderne a parte il polacco.
Il sistema di consonanti polacche è complesso e comprende 35 consonanti. Ad esempio, alcune consonanti palatali polacche (ć dź ś ź) non esistono in italiano; le consonanti palatali (chiamate nella tradizione grammaticale slava molli) sono scritte con il segno grafico che in italiano corrisponde all'accento acuto usato per le vocali. Ovviamente tale segno grafico in polacco non ha nulla a che vedere con l'accento tonico, che in polacco cade solitamente sulla penultima sillaba delle parole (come in italiano). La distinzione tra consonanti dure (=non palatalizzate) e molli è di fondamentale importanza non solo per una corretta pronuncia ma anche perché parole terminanti con una consonante molle o dura seguono regole di declinazione diverse.
Possiamo segnalare che anche in italiano abbiamo due coppie di consonanti che esemplificano il concetto di opposizione tra consonanti molli e dure: n e gn (per esempio gnomo) e l e gl (per esempio egli).
Le differenze dialettali in polacco sono relativamente piccole. Tra quelli che maggiormente si distinguono ci sono il dialetto della Slesia e il dialetto montanaro, parlato nei rilievi montuosi dei Carpazi occidentali, anche detti Monti Tatra, nei pressi della nota località di Zakopane, vicino al confine slovacco.
Accento
In polacco non esiste alcun accento grafico. Esiste bensì un segno diacritico che può assomigliargli (ń, ś, ć, ź) che comunque non ha nulla a che vedere con un accento, ma indica che quella consonante non è dura ma molle. L'accento tonico, come capita molto spesso anche in italiano, cade di regola sulla penultima sillaba (serwetka, tovagliolo; woda, acqua; zatrzymywać, fermare).
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