Storia
Il polacco come lingua letteraria sorse tra il Quattrocento e il Cinquecento. L'ortografia si sviluppò gradualmente - molti autori ed editori proposero le proprie idee e modifiche. L'ortografia così inventata, con cambiamenti minori, viene usata ancora oggi.
Il polacco è sempre stato (e lo è ancora oggi) influenzato dalle lingue straniere, soprattutto il latino, il greco, il tedesco, l'italiano, il francese, il russo e l'inglese.
La base è slava, con una buona parte del vocabolario e della fraseologia che è di origine latina o greca. I prestiti dall'italiano si possono trovare, come in altre lingue, in ambito culinario, ad esempio makaron (pasta, maccheroni), e musicale (specie classico): sonet (sonetto), solista (solista). Più interessanti sono i prestiti dei nomi di alcune verdure, come pomidor (pomodoro), cebula (cipolla), sałata (lattuga, da insalata), por (porro), cukinia (pronunciato zuchinia, zucchina) dovuti pare a Bona Sforza d'Aragona (1494 - 1557), figlia del duca di Milano Gian Galeazzo, regina di Polonia, che importò alcune verdure dall'Italia, oltre ad aver contribuito alla diffusione della cultura rinascimentale italiana.
Comunque fenomeni d'influenze come quelle sopra citate non sono una eccezione, essendo esse tipiche di tante altre lingue, influenzate in passato dall'Impero romano, più tardi dalla Chiesa cattolica e ultimamente dalla globalizzazione e da internet.
Invece molto più sorprendente nella lingua polacca o nelle altre lingue slave è l'influenza delle lingue slave spesso sulla base d'altre lingue non slave.
Un polacco, in media, conosce ed usa per comunicare circa 15.000 parole ma ne conosce e capisce ben 30.000 in tutto che però non usa. Ci sono anche le dovute eccezioni in cui viene dimostrato che è possibile conoscerne anche ben 100.000[4]. Secondo alcuni studi dell'Universita di Białystok, per parlare in polacco è necessario conoscerne solo 1.200[5]
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